Disco dedicato ai temi della Natura e della Fisica, corredato da un testo e da illustrazioni presenti nel Booklet pensati per inquadrare i temi ispiratori in una prospettiva di stimolazione emotiva dell’ascoltatore/lettore allo studio scientifico.

Le musiche, tra il jazz e la musica contemporanea, potrebbero essere definite di “genere ECM”, dove la sigla sta per il nome di una casa discografica tedesca molto famosa proprio per essere riuscita a creare- servendosi di propri studi e ingegneri del suono- una cifra stilistica originale e riconoscibile.

E’ possibile quindi ravvisare nelle produzioni di questa etichetta e di tutti coloro che si rifanno allo stile da essa introdotto, le tracce della musica del secolo scorso a partire dall’impulso dato dagli impressionisti per arrivare fino alle ultime elaborazioni contemporanee in tema di musica improvvisata. Un genere, questo, che viene spesso usato come naturale colonna sonora per documentari e film con ambientazioni che si rifanno alle scoperte scientifiche degli ultimi cento anni.

Basti citare a tale proposito il commento musicale del capolavoro di S. Kubrik “2001 Odissea nello Spazio”, oramai indissolubilmente da tutti “linkato” alle immagini dello spazio.

Nel booklet del disco ho posto una serie di quattro illustrazioni in cui si delinea una “cosmologia minima”; questa nizia con un immaginario Big-Bang musicale per approdare, dall'originario caos disarmonico, alle piccole armonie ordinate nate su scala galattica prima, planetaria in un secondo momento. In seguito ciò che si ripristina è nuovamente il caos dato, questa volta, dalla complessità del fenomeno vita che fa prendere una molteplicità di direzioni, laddove attecchisce, alle strutture sulle quali opera.

Nell’ultima illustrazione il testo fa riferimento alla possibilità di ricostruire con una “armonica di pan” lo spettro del pezzo dissonante iniziale indicato come istante zero dal quale tutte le altre melodie e armonie si sono venute a formare.

Il fauno che tenta di riacciuffare la voce primordiale del cosmo è un personaggio mitologico che omaggia le poesie di Mallarmé alle quali il compositore francese Claude Debussy si è ispirato nel suo “Prélude à l'Après-midì d'un faune”. Il riferimento all’armonica è un modo di comunicare a più livelli: chi conosce la figura mitologica del fauno può leggere nell’uso dell’armonica un possibile traduzione moderna del famoso flauto di pan che spesso è una “siringa” (strumento molto simile all’armonica per forma e concezione strutturale), altre volte un semplice flauto di canna, strumento che da sempre viene associato a miti, riti e cosmogonie del passato.

Ovviamente la scelta dell’armonica, mio strumento principale, al posto del classico flauto è da attribuirsi al fatto che nel disco i temi vengono esposti prevalentemente dall'"aerofono" (particolare classe di strumenti ad ancia libera alla quale l'armonica appartiene) che, per chi tra gli ascoltatori/lettori del booklet è in grado di coglierlo, mi fornisce la duplice occasione di richiamare l’analisi di Fourier come strumento fondamentale per la ricostruzione matematica di segnali e la discretezza dei livelli quantistici. In particolare questa è assimilabile visivamente alla struttura dello strumento armonica che presenta nel corpo ligneo una serie di scanalature nelle quali trovano alloggiamento le ance tutte di diversa lunghezza, quindi capaci di vibrare a frequenze diverse restituendo così suoni di diversa altezza.

Un’occasione che ho colto nella costruzione dell’illustrazione in copertina così da giustificare il titolo “Quanta”.

I brani, inoltre, data la brevità di molti di essi, vogliono essere realmente dei piccoli “pacchetti sonori” rappresentanti aspetti diversi della natura alla quale si ispirano.

La scelta è quindi quella di una divulgazione “perfida”, sotterranea, attuata senza palesare da subito l’intento divulgativo ma giocata tutta al livello dell’evocazione, della stimolazione della curiosità e dell’interesse per qualcosa, l’indagine scientifica, che può essere sospettata come sottostante al discorso musicale, alle parole del breve testo e alla resa grafica del commento al testo.

E’ una comunicazione multilivello nel senso che pretende di sfruttare vari linguaggi, certa che qualcosa in un modo o nell’altro raggiungerà il fruitore. La speranza è che egli venga colpito da almeno uno degli elementi linguistici, che venga suggestionato in modo da potere attuare una propria ricerca personale sugli elementi intuiti grazie al suo background.

Quindi la scienza da percepire come opera d’arte, se di arte si può parlare. Una scienza amica perché discreta nel suo mescolarsi con elementi immaginifici propri di una cultura panteistica della quale in occidente siamo figli.

Chi coglierà altri elementi più esplicitamente riconducibili a fatti e pratiche di ricerca scientifica spero non mancherà di sentire anche le varie suggestioni naturali che dovrebbero permettere di agganciare le immagini mentali e analogie a un certo “edonismo” scientifico. Lo spettacolo dal vivo include il commento reciproco di musiche e di immagini proiettate che, crescendo col tempo in numero, dovrebbero nei miei progetti condurmi alla costruzione di una specie di cartone animato.

Sia la dimensione musicale che quella grafica si inseguono commentandosi vicendevolmente e cooperando alla creazione di quella particolare predisposizione d’animo che dovrebbe nei miei propositi preparare il fruitore a cogliere tutta una globalità di stimoli tesi ad avvicinarlo al fascino di fare scienza.

Sto comunque lavorando anche a uno spettacolo più complesso in cui racconterò una serie di elementi veri e immaginifici che servano da ulteriore commento. In questo spettacolo spesso il parlato ricalcherà la struttura narrativa di brevi racconti a sfondo scientifico. In questo lavoro multimediale confluiscono quindi un po’ tutti o comunque molti degli elementi di interesse ravvisati nei lavori di altri e che abbiamo già ritenuto essere in qualche modo vincenti: vi è infatti l’elemento narrativo, l’uso di immagini accattivanti, di analogie, …il tutto condito con musiche ed elementi scientifici “veri”.

Qui forse si fa divulgazione, ma sicuramente si cerca di incuriosire senza avere la pretesa di comunicare questo o quell’elemento o di insegnare alcunché. Il discorso scientifico di questo lavoro può per sua stessa natura adattarsi dinamicamente a vari uditori se si sa in partenza quale sia il target, ovvero il tipo di pubblico al cospetto del quale ci si troverà a eseguire la performance. Mantenendo più o meno costante il commento musicale, si può giocare sulle variabili testo e immagini lasciandosi influenzare nell’esecuzione dalle suggestioni che retroattivamente giungono dal pubblico al “divulgatore-showman”. (Estratto dalla mia tesi di master in comunicazione della scienza dal titolo "Le età della divulgazione")

 

RECENSIONE di BLUESTIME.IT

Eclettico, informale e colto, Angelo Adamo irrompe - senza specifiche etichette - nella scena musicale nostrana con 15 originali sintesi di un vasto e a tratti magmatico universo sonoro e culturale. "Quanta" si presenta come prodotto austero e trasversale - anche se sicuramente ispirato alle tensioni proprie di certo jazz europeo - in cui le concezioni melodiche e armoniche dell'autore vengono catapultate in faccia all'ascoltatore forti di valenze simboliche in cui vi è traccia anche degli interessanti spunti concettuali - extramusicali - di Adamo. Poco più di 30 minuti di musica - con picchi di eccellenza - bastano ad Adamo per descrivere, principalmente con l'armonica cromatica, una "galassia" personale e porsi nella categoria degli innovatori dello strumento; accompagnato da scarne figure ritmiche, da brandelli armonici accennati al pianoforte e da un sapiente uso dell'elettronica, Adamo costruisce succinte stratificazioni sonore che si muovono, come in un caleidoscopio musicale, tra umoralità contagiosa, "Tongue-lips-picking ..." e "Evening's soundtrack", estasi melodica, "Nubi livide" e suggestioni Felliniane, "Alla corte di re Elfo"; giudicare il suo canale espressivo - l'armonica cromatica - appare arduo; introiettati i modelli tradizionali - L. Adler, T. Thielemmans, etc., Adamo ha sviluppato negli anni una voce personale nel tentativo di estendere la funzionalità strumentale dal piano puramente melodico a quello ritmico - sulle note più gravi dello strumento - e armonico con un uso sfacciato del "tongue blocking" e dei doppi/tripli/quadrupli "stops"; in questo ardire Adamo ricorda analoghe esperienze preconizzate nel campo della diatonica dal primordiale DeFord Bailey e successivamente attualizzate dal camaleontico Richard Hunter; al di là delle analisi tecniche è la musica che conta e "Quanta" è un esordio importante per un musicista che ha l'ambizione e le doti per affermarsi in ambito internazionale.

 
 
 
 
   

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